
In precedenza avevo parlato di questa sorta di telegiornale alternativo che negli U.S.A e su Youtube sta prendendo piede (Ana Kasparian) , guardando i loro video e l’alternanza e successione degli svariati conduttori ho scoperto come quello che stavo guardando non fosse un telegiornale o qualcosa del genere, è un “network” , una rete o se preferite un esempio che renda in maniera concreta l’idea di cosa sia: un contenitore. Un contenitore dove sono presenti svariati programmi e show: una struttura gerarchica dove all’apice c’è un programma dove la maggior parte dei presentatori e conduttori si alternano e tanti altri spettacoli secondari e minori spesso gestiti e condotti da una o più persone. Una enorme galassia dove i loro componenti hanno il doppio compito di far parte sia dello show principale che gestire il loro show personale, dove possono trattare i loro argomenti preferiti. Scorrevo i loro vari show finchè, quasi per caso ne apro uno, attratto probabilmente dal titolo: “ThinkTank” che in Italiano ha una doppia traduzione: carrarmato pensante e “tanica” (contenitore) pensante.
Comincio a guardare i loro video: sono particolari, non trattano argomenti come politica, economia o altro. Parlano di argomenti e curiosità che si trovano su Internet: argomenti leggeri, trattati in modo ironico, divertente, che intrattengano. Passano dalla bufala del momento all’app o gioco per cellulare che spopola al momento. Parlano dei modi migliori per fare determinante cose o quali siano le 10 o qualunque numero di cose da fare o non fare in una qualsiasi interazione sociale, che si tratti di un approccio al bar o come comportarsi a cena. Spesso fanno riferimenti a fatti personali della loro vita privata, creando una sorta di legame e fiducia nei confronti dello spettatore. Si mettono al nostro livello, non sono i soliti giornalisti presuntosi ed altezzosi e il loro stesso abbigliamento, informale, trasmette ciò. E la nostra protagonista rientra in questa descrizione. Alla prima occhiata può essere scambiata per la classica ragazzina americana, bella, bellissima, ma troppo magra per qualche scheletro nell’armadio o qualsiasi altra fissazione psicologica. Apri il suo profilo Instagram e non trovi nessuna turba psichica, nessun problema: Una normalissima ragazza che lavora 5 giorni su 7, mangia sano e fa attività fisica, gioca coi filtri di Snapchat e nel week end si rilassa e fa stupidaggini con gli amici e amiche. Normalità.Normalità e ancora normalità. Nessun cono d’ombra o altro di negativo. Però..c’è un però: Rientra in uno stereotipo: E’ la tipica donna moderna autonoma, indipendente e realizzata che fa ciò che ama e piace, sia sul posto di lavoro che fuori. Ah non è un difetto? (Temevate qualche deriva ipocrita e maschilista, e invece..) Dio benedica l’America Dio benedica Hannah Cranston e l’idea che esistano veramente donne così: belle, autonome, indipendenti, felici e in pace con sé stessi.
(Credit:@hannahcranston, via Instagram)
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